Ebbene, sì anche un logo si può registrare. Ma a cosa serve la registrazione, a chi rivolgersi e soprattutto quanto costa? Ecco le risponde alle domande più frequenti.

Sommario
Cos’è un logo?
“Logo” è l’abbreviazione della parola “logotipo”, che viene dall’unione del greco λόγος (logos: parola) e τύπος – (typos: lettera). Il termine ha avuto origine delle tipografie a caratteri mobili, nello specifico si riferiva a gruppi di due o più lettere fuse insieme.
Oggi, quando si parla di logo, ci si riferisce alla figura (o insieme di segni grafici) che solitamente rappresenta un prodotto, un servizio, un’azienda, un’organizzazione, un gruppo musicale o altro ancora.
Rappresenta un segno distintivo di una azienda ed é costituito generalmente da un simbolo o da un marchio o da una versione o rappresentazione grafica di un nome o di un acronimo che prevede l’uso di un lettering ben preciso.
In particolare, per definizione un logo può essere formato da:
- un testo (il nome dell’azienda o del prodotto);
- un elemento grafico o icona;
- un pay-off (impropriamente conosciuto come “slogan“, ovvero una frase d’effetto che racchiude la missione o la visione dell’azienda).
Quante tipologie di logo esistono?
Ne esistono diverse, a seconda degli elementi utilizzati, e possono anche essere usate anche contemporaneamente nell’ambito del marchio:
- Wordmark: anche conosciuto come logotipo, è un segno grafico che corrisponde ad un’espressione fonetica. E’ un marchio scritto in semplici lettere (leggibile) con un font particolare (il nome dell’azienda ad es. Canon, Disney, Ray-Ban, Samsung, Coca Cola,etc.).
- Lettermark: cd. monogramma, é un simbolo grafico unitario ottenuto sovrapponendo o combinando in altro modo due o più lettere o altri grafemi. Viene impiegato per esempio da aziende il cui nome risulterebbe molto lungo o difficile da ricordare (ad es. H&M, P&G, HBO, etc.)
- Brandmark: anche noto come pittogramma, è un segno iconico che rappresenta un oggetto o una classe di oggetti, un aspetto o un’azione che l’oggetto può esprimere (es. McDonald’s, Apple, Nike, Twitter, etc.)
- Combination mark: è un logo ibrido tra logotipo e brandmark che unisce il lettering ad un simbolo o un’icona (ad es. Pepsi, Adidas, WWF, etc.)
- Stemma (o emblema): è un logo che inserisce il nome dell’azienda all’interno della grafica (es. Burger King, BMW, Ford, Ups, Harley Davidson, etc.)
Che funzione svolge e perché è importante per una azienda?
Il logo è il biglietto da visita di un brand che permette di distinguerla dalle altre.
Un logo oltre a rendere riconoscibile un’azienda, deve anche rappresentarla ed essere in linea con la sua brand identity. Deve quindi ispirare fiducia, credibilità, rispettabilità. Non a caso molte aziende accompagnato al proprio logo un formula che riassuma la propria vision.
Per tale ragione un logo non può essere improvvisato ma deve essere il frutto di una pianificazione accurata e meticolosa, proprio perché è il primo contatto che un possibile cliente ha con l’azienda.
Marchio e logo sono la stessa cosa?
Dalla definizione fornita all’art. 7 D.Lgs. 30/2005 (Codice di proprietà industriale) per marchio si intende un qualunque segno suscettibile di essere rappresentato graficamente:
In particolare parole, compresi i nomi di persone, i disegni, le lettere, le cifre, i suoni, la forma di un prodotto o della confezione di esso, le combinazioni o le tonalità cromatiche, purché sia atto a distinguere i prodotti o i servizi di un’impresa da quelli di altre imprese.
In altri termini, il marchio costituisce l’insieme di elementi visivi e testuali, utilizzati per identificare un brand mentre il logo ne rappresenta, molto genericamente, il segno grafico, ovvero immagine, font e colori impiegati.
Il logo è quindi un elemento del marchio. Dal punto di vista giuridico non sussistono delle reali differenze, infatti, in fase di registrazione, il titolare del marchio potrà decidere se registrare ogni singolo elemento del marchio o registrarne la combinazione di tutti gli elementi che lo compongono.
La prima soluzione offrirà sicuramente maggiore protezione. Infatti la registrazione combinata di tutti gli elementi ti tutelerà da utilizzi impropri o contraffazioni solo se effettivamente utilizzati nell’insieme.
Perché registrare un logo?
La registrazione del logo comporta una serie di vantaggi, tutele e diritti in capo al suo titolare, in particolare:
- Utilizzare il logo in via esclusiva e inibirlo a terzi;
- Impedire che aziende terze si approprino del logo;
- Impedire la creazione di imitazioni/alterazioni del logo o contraffazioni dello stesso;
- Intraprendere azioni legali (e richiedere un risarcimento danni) nei confronti di chi utilizza illecitamente o si appropria del logo;
- Riconoscere ed attribuire un valore commerciale al logo;
- Riconoscere al logo maggiore credibilità ed autorevolezza;
- Cedere (vendere) il logo a terzi
- Concedere l’utilizzo (licenza) del logo ad altri.
Quale registrazione scegliere?
Per la legge italiana registrare un logo o registrare un marchio è la stessa cosa. Perciò a seconda del logo e del livello di tutela che intendi ottenere potrai scegliere tra una di queste registrazioni:
- registrazione del marchio verbale: per la tutela solo delle parole del logo e non la grafica;
- registrazione marchio grafico: per la tutela della grafica del logo ma non delle parole;
- registrazione marchio misto: per una tutela sia delle parole che della grafica del logo.
In ogni caso, non trattandosi di una scelta scontata, è preferibile affidarsi ad un professionista del settore, il quale potrà suggerire la soluzione più idonea al vostro caso, anche nell’ottica del mercato di riferimento e dei suoi sviluppi futuri ma anche in termini di concorrenza (attuale e potenziale).

Cosa fare prima della registrazione?
Prima di intraprendere la procedura di registrazione del logo, il titolare dovrà compiere alcune indagini preliminari sul suo logo.
- Ricerca di anteriorità
La prima verifica riguarda la ricerca della presenza sul mercato di riferimento di loghi già esistenti identici (o simili) al proprio.
Sebbene vi siano banche dati gratuite consultabili online, spesso non si rivelano sufficienti per escludere ogni dubbio. Talvolta perché concentrano la propria indagine su un territorio determinato (es. solo l’Italia), altre volte perché si limitano ad individuare loghi identici, non prendendo in considerazione quelli che potrebbero essere simili.
Una ricerca completa e capillare dei loghi registrati può essere eseguita sul sito ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale o tramite la banca dati nazionale dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
In ogni caso, per una ricerca efficace ed esaustiva il fai-da-te potrebbe essere controproducente.
Questa fase di ricerca scongiurerà registrazioni rigettate o, nella peggiore delle ipotesi, anche richiesta di risarcimento dei danni avanzate di altri proprietari, che hanno provveduto alla registrazione prima di voi.
2. Individuazione delle classi per la protezione del logo per cui si richiede la registrazione.
Per chi non lo sapesse, è bene precisare che i prodotti/servizi sono suddivisi per classi, ovvero l’ambito di utilizzo degli stessi.
A livello internazionale, per permettere la classificazione di ogni singolo prodotto o servizio, si prende come riferimento la Classificazione di Nizza, la quale suddivide i prodotti nelle classi da 1 a 34 ed i servizi nelle classi da 35 a 45. Ciascuna classe è rappresentata da un titolo che dà informazioni generali sui relativi prodotti o servizi.
La tutela legale per eventuali abusi o contraffazioni sarà quindi circoscritta a quelle specifiche categorie che indicherete nella domanda di registrazione del vostro logo.
Pertanto, per non ricevere una protezione “monca”, anche per questo adempimento si caldeggia l’assistenza di un esperto della materia.
Qual è l’iter da seguire?
Una volta svolte le necessarie verifiche si passa alla procedura vera e propria, sostanzialmente burocratica, che inizia con la compilazione di un modulo.
La compilazione non deve infatti essere approssimativa e frettolosa. Dopo aver compiuto le attività di cui al punto precedente, vi renderete conto che questa nuova fase, se ben ponderata, sarà meno ostica.
Il modulo può essere scaricato e compilato direttamente online, basterà accedere al sito istituzionale dell’UIBM, entrare nella sezione “modulistica”, e scaricare il documento PDF in base al tipo di invio prescelto (cartaceo o online), troverai anche le istruzioni per la compilazione.
Il modulo richiede l’inserimento dei dati anagrafici di colui che intende effettuare la registrazione, l’indicazione delle classi e la riproduzione del logo.
Un passaggio fondamentale nella compilazione della domanda è quella relativa alla natura del logo, che può essere di due tipi: logo denominativo o figurativo con immagine.
Si chiarisce, ancora una volta, che il logo denominativo o verbale tutela esclusivamente una determinata dicitura senza però tutelare la grafica o il font mentre il logo figurativo invece è lo strumento migliore per proteggere il vostro logo, infatti tutela sia la dicitura verbale che i caratteri, la grafica e i colori.
Pertanto se avete creato un logo che contiene parole e disegni, nel modulo richiedete la registrazione per “logo identificativo con immagine”.
Unitamente alla domanda bisogna fornire una descrizione dettagliata ed una copia del logo in formato A4, per identificare tutti gli elementi che lo compongono (caratteri, sfondo, colori, simboli, ecc.): un’immagine nitida e chiara ad altissima risoluzione sarà la soluzione migliore.
Dopo aver inserito con attenzione questi dati bisogna inviare il modulo compilato all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, tramite la segreteria di competenza territoriale della Camera di Commercio oppure, se possedete una firma elettronica, per via telematica.
Quanto costa?
Questa è senza dubbio il quesito più gettonato. Come ripetiamo sempre, una buona spesa oggi ci risparmierà spese salate (ed inaspettate) domani.
Premesso ciò, i costi non sono sicuramente contenuti, ma vi garantiscono una granitica tutela per la vostra azienda.
In linea generale, per la registrazione di un logo occorrerà tenere da conto spese fisse ma anche spese variabili.
Queste ultime sono legate principalmente alle scelte che il titolare del logo compie in relazione a due aspetti:
- l’estensione geografica della tutela: la registrazione infatti può essere circoscritta al territorio italiano, europeo o estesa a livello internazionale;
- le classi scelte: al momento della domanda, la tassa di deposito è comprensiva di una classe merceologica, tuttavia, è possibile scegliere ulteriori classi nelle quali estendere la tutela, pagando una tassa aggiuntiva.
I Costi fissi comprendono:
- Diritti di segreteria (se la domanda è depositata in Camera di Commercio o se è trasmessa via posta raccomandata a/r ): 40 Euro;
- Registrazione del logo in una classe: 101 Euro;
- Marca da bollo: 16 Euro;
A ciò si aggiunga che la scelta di altre classi, oltre alla principale, ha un costo di 34 Euro (ciascuna).
Se si intende registrare il logo a livello europeo i costi saranno sensibilmente più alti:
- 850 Euro per una sola classe;
- 50 Euro per la seconda classe;
- 150 Euro per aggiungere altre classi.
Infine per la registrazione di un logo internazionale l’iter è decisamente più complesso, oltre che oneroso. Innanzitutto perché la richiesta deve essere complicata solo in lingua straniera e poi perché la pratica deve essere inviata all’Ufficio Marchi e Brevetti di Ginevra.
I costi variano a seconda dei Paesi in cui si richiede la tutela del logo (negli USA, ad es., l’inserimento in una classe costa circa 1.500 Euro e per aggiungerne altre 500 Euro l’una.
Nota dolente, quanto fondamentale: se la richiesta viene rigettata perderai, anche il denaro della procedura.

Dopo quanto tempo conosco l’esito della registrazione?
Dopo aver presentato tutta la documentazione, la richiesta di registrazione di un logo viene sottoposta ad esame. L’iter procedurale per l’accoglimento della domanda di registrazione di un logo viene suddivisa in tre fasi:
- ricevibilità;
- esame formale;
- esame tecnico e pubblicazione.
Queste fasi sono necessarie per verificare che la domanda sia stata compilata correttamente, che non vi siano impedimenti per la registrazione e che rispetti tutti i criteri formali.
Se l’esame ha esito positivo si procede alla pubblicazione nel Bollettino dei Brevetti per invenzioni, modelli e marchi per consentire a chiunque di poter richiedere la sospensione della registrazione.
Se entro 3 mesi non vengono formulate opposizioni si procede alla registrazione e all’emissione del relativo certificato.
Complessivamente per la registrazione di un logo sono necessari almeno sei mesi.
Si precisa che il simbolo ®️ potrà essere utilizzato solo a conclusione del procedimento, nel corso della procedura il titolare del logo potrà utilizzare ™️.
Quanto dura la registrazione e la relativa tutela?
La durata della validità della registrazione del logo è di 10 anni, e, come già detto, la tutela è limitata solo alle classi merceologiche per cui il logo è stato registrato. Può essere rinnovata, a condizione che permangano i requisiti necessari (unicità, novità, capacità di distinzione, liceità, riconoscibilità).
Se non registro un logo non sono tutelato?
Come detto dalla registrazione del logo ne deriva la tutela legale, ma in punto non sussiste un obbligo di legge in capo al titolare, il quale in alternativa potrà chiedere il copyright sull’immagine, per utilizzare il simbolo © e per ottenere tutela legale sull’opera creativa.
Il logo rientra a tutti gli effetti tra le opere dell’ingegno ed in quanto tale è protetto dal diritto d’autore ed in ogni caso il padre dell’opera acquista tale diritto al momento della sua creazione (fatte salve le eccezioni individuate per legge).
Per una tutela ancora più forte, il titolare potrà inserire il “watermark” nel logo, ovvero una trama invisibile all’interno della grafica, principalmente per impedire che terzi la utilizzino e la sfruttino economicamente.
Ciononostante, offrendo tutele diverse queste tre modalità di protezione del logo sono compatibili fra loro.
VP