“Ho cambiato le impostazioni privacy del mio profilo Facebook per indagare sulla capacità dei social network di influenzare la nostra vita”.

Si stava avvicinando il giorno in cui avrei dovuto spegnere le candeline sulla torta (che ogni anno, per contenerle tutte, diventa sempre più grande) quando, guardandomi, allo specchio mi sono detta:
Faccio un esperimento!
Niente di audace, per carità, (anche se qualche ruga in più di certo non arresta il mio spirito avventuriero); ho semplicemente pensato che avrei voluto indagare sulla capacità delle piattaforme social di organizzare (persino dominare) le nostre esistenze.
Ho prontamente reso invisibile la mia data di nascita dal mio account personale di Facebook (rimuoverla del tutto è impossibile e questo dovrebbe già portare a delle riflessioni).
Che dire! Esperienza poco gratificante per l’ego ma dall’impatto dirompente ed illuminante allo stesso tempo.
Il giorno del mio compleanno così come è arrivato se n’è andato e a parte qualche chiamata e qualche messaggio dalle persone più strette, niente di più.
Penserete, suvvia è solo un compleanno, ciononostante un esperimento social(e) apparentemente infantile ha avuto, per me, lo stesso effetto del vaso di Pandora.
Dapprima mi sono concentrata – volutamente – sull’aspetto emotivo. Come è possibile che “la gente” non si ricordi del mio compleanno? Ricevere tanti auguri anche da persone sconosciute, di cui fondamentalmente non ti interessa nulla, può rivelarsi così gratificante?
Insomma la mia testa era un fiume in piena di pensieri contrastanti e di domande più o meno intelligenti. Ho provato quindi a fornirmi da sola delle risposte, solo alle prime.
E se Facebook giocasse con i nostri sentimenti?
[Starete pensando…ma non volevi riflettere solo sui quesiti intelligenti?! Abbiate fiducia…]
Gli esseri umani (tutti e chi nega mente!) sono alla perenne ricerca dell’approvazione, della accettazione, dell’apprezzamento e della stima altrui.
Se così non fosse non si spiegherebbe un impiego così massiccio dei social network; si pensi a quanti contenuti ogni giorno vengono condivisi, ai like, ai followers, alle visualizzazioni, alle interazioni.
Tutto, ma proprio tutto, gira attorno a questo e Facebook lo sa!
Facebook lo sa!
Sfruttare le debolezze delle persone e farne profitto, niente di più.
La piattaforma ti ricorda i compleanni altrui, ti suggerisce di fare gli auguri a Caio e, perché no, di creare un contenuto personalizzato o di impiegare quelli già confezionati per la ricorrenza.
Caio, dal canto suo, più riceverà notifiche, più sarà galvanizzato e maggiore sarà il tempo che trascorrerà incollato davanti allo schermo dello smartphone a mettere like o a ringraziare.
Non potrà mica passare per maleducato!!!
Il festeggiato viene “sequestrato” ed inghiottito da queste dinamiche, proprio nel corso del suo giorno speciale. Ogni tot minuti riceve una nuova notifica, poi un’altra ed un’altra ancora, e alla fine non potendole ignorare accede al social.
Le attività sul suo profilo personale si impennano, le interazioni si moltiplicano, l’algoritmo registra tutto e la macchina facebook fa lo stesso rumore di una slot machine, quella rara volta in cui ti vomita addosso qualche monetina.
Attorno al sistema impazzito dei compleanni gravita un business da cifre esorbitanti, non a caso qualche anno fa è stato persino condotto uno studio su questo fenomeno che ha statuito:
Facebook detiene il dominio dei compleanni.
Inquietante? Lo è! Triste? Forse anche di più!
Nonostante l’evidente consapevolezza dell’utente medio che tre quarti degli auguri ricevuti saranno di circostanza, il suo ego ne uscirà ugualmente nutrito e rinforzato.
Tra le questioni che sono balenate nella mia testa si è fatta largo poi quella dell’aspetto sociale del fenomeno. Ricevere una cartolina virtuale su Facebook sta diventando più importante di ricevere una tirata di orecchie?
Ok la pre-facebookiana tirata di orecchie (da compiere tante volte quante gli anni compiuti, di cui l’ultima sempre dolorosissima) forse è una tradizione obsoleta che, senza volerlo, dice tanto della mia età (che non rivelerò nemmeno sotto tortura) e soprattutto mi fa immaginare l’espressione “molto social” stampata sul volto dei nativi digitali che urla ‘WTF‘.
Ciò detto, potrà mai essere considerato normale che una piattaforma social abbia (o meglio, si sia spontaneamente presa) l’incarico di ricordarci le date importanti dei nostri amici?
Siamo così sopraffatti dalle nostre vite frenetiche dal non avere tempo (o dall’aver disimparato) di ricordare un compleanno?
Questo mi fa pensare inevitabilmente ai numeri di telefono. Quanti numeri di telefono conosciamo a memoria di quelli salvati sulla rubrica del nostro smartphone?
Per non parlare dei calcoli matematici? Siamo talmente abituati ad usare la calcolatrice che anche le moltiplicazioni più banali ci mettono in difficoltà.
Lo so, sto andando fuori tema ma la riflessione che ne scaturisce è allarmante.
La tecnologia si è impossessata del nostro cervello.
…e pensare che secondo uno studio americano già ne usavamo una percentuale ridottissima.
In ultima analisi è subentrato anche un aspetto più pratico che riguarda il mio diritto alla privacy.
Se banalmente non volessi ricevere gli auguri da nessuno per motivi personali, etici, religiosi, etc.?
Dal Centro Assistenza del social – che invito a consultare così come la privacy policy – si evince che “I tuoi amici non riceveranno la notifica del tuo compleanno se non condividi con loro il giorno e il mese della tua data di nascita.”
In pratica, se rendo pubblica la mia data, in automatico Facebook la promuove e sollecita alla azione i miei amici affinché mi facciano gli auguri.
Perché non posso rendere visibile il mio compleanno senza che Facebook tartassi il prossimo di notifiche di reminder?
Sembrerebbe che l’unica opzione che possiedo sia quella di disattivare le notifiche dei compleanni degli altri, ma non del mio.
Però si sa il sistema degli auguri è retto dalle notifiche ma anche da ciò che l’algoritmo sceglie di mostrarti nella home, sulla base delle tue attività e delle tue preferenze.
Esempio. Tizio è un mio amico (virtuale) e compie gli anni. Sebbene io abbia disattivato le notifiche, nella mio home scopro che è il suo compleanno perché alcuni amici comuni (più sul pezzo di me) gli hanno puntualmente fatto gli auguri. Che faccio? Subisco la pressione psicologica e mi aggrego a celebrare la ricorrenza oppure semplicemente faccio finta di nulla.
Queste due alternative in genere dipendono dalla persona del festeggiato (e persino se quest’ultimo, a sua volta, ci abbia fatto o meno gli auguri sulla piattaforma).
Fermate il mondo…voglio scendere!
Facebook sembra prenderci per mano, ci offre il suo umile aiuto per semplificarci le vite, per farci sentire parte di una comunità in cui i nostri natali contano.
Vogliamo sentirci amati ed importanti per gli altri, e la pioggia di messaggi virtuali che ci inonda la bacheca ci dà questa effimera illusione.
Una rappresentazione teatrale in cui ciascuno recita impeccabilmente la sua parte, con tanto di inchino finale un attimo prima della chiusura del sipario, ma alla fine sempre di finzione si tratta.
Per questo suggerisco e consiglio a tutti (o meglio a chi se la sente) di riproporre questo esperimento.
[DISCLAIMER Non mi assumo alcuna responsabilità per eventuali crolli di nervi o effetti collaterali]
Le modalità sono banalissime, è sufficiente andare nelle informazioni sul proprio profilo e selezionare “solo io” alla voce ‘chi può accedere alla tue informazioni personali’. Solo tu potrai visualizzare questa informazione (sia mai che ti passi di mente).
In ogni caso, come ogni anno qualche somma l’ho tirata.
Adoro le tirate d’orecchie – ma solo il giorno del mio compleanno – ed il miglior augurio che io possa fare a me stessa è di imparare a disconnettermi più spesso dai social per connettermi di più con le persone care, quelle che per il giorno del mio compleanno non devono ricorrere ad un promemoria virtuale, forse nemmeno ad una buona memoria: ci sono e basta.
In conclusione, oltre alla pulizia periodica di amici (non tanto su Facebook quanto nella vita reale) fate un check delle informazioni che condividete sul social e non fatevi strumentalizzare.
Non sottovalutate il valore economico dei vostri dati personali, le aziende più ricche al mondo vivono proprio di questo.
MCL
Ringraziamo Valentina per il contributo.