Il proprietario di un e-commerce vende ai propri clienti prodotti online che generalmente stocca nel proprio magazzino fisico. Tuttavia da diversi anni si è sviluppata una soluzione differente per questo tipo di business, che consente di vendere i beni senza possederli concretamente.
Questo nuovo modello prende il nome di “Dropshipping” e porta con sé diversi vantaggi ma non mancano anche alcuni aspetti negativi.

Come funziona il droshipping?
L’e-commerce in dropshipping è un particolare sistema di vendita che coinvolge sostanzialmente tre soggetti: il venditore, il consumatore ed il fornitore.
In concreto, il venditore (cd. Marketer) sponsorizza nel proprio negozio virtuale dei prodotti di vari fornitori (cd. Dropshipper). Una volta effettuato l’ordine da parte dell’utente, il venditore lo trasmette al singolo fornitore, al quale spettano le incombenze di gestire il magazzino, imballare l’articolo acquistato e spedirlo direttamente al compratore.
Il gestore del negozio, ottenuto il pagamento del corrispettivo dall’utente, pagherà al fornitore il prezzo di catalogo del bene, trattenendo la differenza rispetto al prezzo di vendita al pubblico. Questo rappresenta il suo guadagno.
La piattaforma di shopping diventa quindi un intermediario. Il consumatore acquisterà tramite l’e-commerce che svolgerà banalmente ed unicamente il ruolo di vetrina per il fornitore.
Per realizzare questa attività il seller, gestore del sito e-commerce, stipula un accordo commerciale con il produttore, nel quale vengono regolati i compiti/obblighi di entrambi, che prende il nome di “contratto di drop ship” (o contratto di dropshipping).
Aspetti contrattuali
Il contratto di dropshipping è un contratto di fornitura e consente di sgravare gli imprenditori di e-commerce da una serie di adempimenti e di responsabilità.
Difatti, con tale accordo il marketer avrà principalmente l’onere di occuparsi della gestione del sito e della sua pubblicità. L’aspetto del marketing riveste un ruolo chiave in questo particolare sistema di vendita in luogo dei numerosi e-commerce esistenti. Il venditore dovrà inoltre gestire gli ordini ricevuti dai clienti ed a tal fine dovrà periodicamente aggiornare il proprio sito per evitare di vendere prodotti esauriti.
Della disponibilità del prodotto se ne occuperà invece il fornitore, il quale, dal canto suo, si impegnerà a fornire al venditore tutte le informazioni specifiche di ciascun prodotto, gli articoli stoccati nel proprio magazzino, le caratteristiche tecniche, i metodi di conservazione, il catalogo dei prodotti corredato di fotografie e prezzi di listino ed ogni altra informazioni utile per la vendita. Il compratore deve chiaramente conoscere tutte le caratteristiche di ciò che andrà ad acquistare (ad. es. dimensioni, materiali, provenienza, etc.)
Tra gli oneri che spettano al dropshipper rientrano, come già detto, anche l’imballaggio e la spedizione del prodotto. Queste operazioni sono molto delicate. Invero, affinché il prodotto arrivi al destinatario in buone condizioni dovrà essere correttamente imballato e dovrà essere altresì consegnato nei termini pattuiti (e comunque nei limiti di quelli stabiliti per legge).
Difatti, qualora il consumatore riceva un articolo difettoso, danneggiato, difforme o comunque non funzionante, per cause non imputabili al venditore, potrà renderlo direttamente al fornitore il quale provvederà, a sue spese, a sostituirlo o a ripararlo. Per tale ragione, è sempre opportuno che le parti si accordino sulla gestione dei resi.
Analogamente, in materia di responsabilità per eventuali danni a cose o persone dovuti a vizi dell’articolo venduto nonché per spedizioni tardive, ne risponderà il fornitore, fatti i salvi di forza maggiore o caso fortuito.
Il contratto deve infatti contenere e disciplinare tutte le fasi della gestione dell’ordine: dalle tipologie di spedizione, le tempistiche di consegna (con la possibilità anche di fissare un tempo massimo tra ricezione ordine e consegna) ed i costi ad essa correlati.

Come tutti i contratti anche quello di dropshipping deve prevedere una durata, la possibilità di recedervi con congruo preavviso nonchè la possibilità di risolverlo anticipatamente nel caso di grave inadempimento.
Da non sottovalutare, infine, le informazioni commerciali scambiate tra le parti contraenti che dovranno essere necessariamente coperte da un accordo di riservatezza.
In ogni caso i contratti vengono disegnati su misura per ogni fattispecie, sulla base delle effettive esigenze delle parti. E’ pertanto, come sempre, consigliabile non lasciare nulla al caso indicando tutte le clausole volte a garantire un rapporto trasparente tra le parti contraenti ma anche (e soprattutto) nei confronti dell’acquirente finale per mettersi al riparo da eventuali controversie.
Pro e contro
La formula del commercio elettronico in dropshipping ha senza dubbio diversi aspetti positivi. I vantaggi che si registrano riguardano sia il venditore che il fornitore.
Il titolare dell’e-commerce infatti potrà avviare un proprio negozio online senza la necessità di investire un cospicuo capitale iniziale se non quello dell’apertura del sito stesso.
Come già precisato, non dovrà sostenere costi di storage. Non possedere un magazzino comporta diversi vantaggi in termini economici: non pagare le spese di mantenimento dello stesso, non acquistare merce, non avere giacenze, etc.
Il marketer non dovrà nemmeno sostenere costi d’ufficio: potrà infatti gestire in autonomia il proprio negozio, anche da casa, senza doversi avvalere di personale. Questo tipo di impresa infatti si può svolgere ovunque, occorre infatti solo un computer e la connessione internet.
Quanto al droshipper, questi potrà vendere i propri prodotti raggiungendo una fetta sempre più grande di mercato. Potrà infatti ampliare il proprio target di riferimento senza doversi preoccupare di pubblicizzare i propri articoli né di mantenere un rapporto con il costumer.
Le peculiarità appena descritte rendono questo business, pressoché a costo zero, molto accattivante per gli imprenditori della rete, tuttavia, come tutte le realtà imprenditoriali, anche questa presenta qualche rischio.

Se da una parte il venditore non sostiene grandi costi, dall’altra non ottiene, perlomeno inizialmente, grandi profitti e le motivazioni sono diverse.
Innanzitutto improvvisarsi marketer non è proprio una scelta vincente poiché le piattaforme di shopping sono in forte crescita in uno scenario sempre più competitivo ed occorre avere quantomeno delle basi in materia di marketing e di gestione di un sito web.
Pertanto senza una formazione specifica ci vorrà più tempo per realizzare delle vere entrate. Per cominciare ad ottenere qualche guadagno occorre senza dubbio mettere in conto qualche spesa in più per realizzare una consistente e performante operazione pubblicitaria, magari anche avvalendosi di uno specialista.
Inoltre il carattere fortemente competitivo della vendita online porterà inevitabilmente un gioco del ribasso: il prezzo migliore attirerà il cliente ma ridurrà il margine di guadagno sull’articolo effettivamente venduto.
Si evidenzia come il margine di profitto del gestore è spesso correlato al prezzo minimo di vendita fissato dal fornitore. Sarà la concorrenza invece a fissare il prezzo massimo, pertanto la redditività del negozio dipenderà in grande misura dalla oggettiva capacità del venditore di accattivare il cliente e fidelizzarlo.
Un’altra nota negativa riguarda infine i fornitori. L’affidabilità e la serietà del dropshipper è fondamentale. Con l’esternalizzazione della gestione del magazzino il marketer perde il controllo diretto di una buona parte dei passaggi della vendita, non potendo inoltre verificare direttamente i prodotti e la gestione dei resi, soprattutto quando si ha a che fare con più fornitori. Difatti ogni dropshipper avrà costi e tempi di spedizione differenti.
La mancata possibilità di controllare le spedizioni fa venire meno la possibilità del venditore di “personalizzare” le consegne e gestirle in maniera tale da aumentare la fidelizzazione del compratore.
Tutto ciò potrà implicare delle ripercussioni anche sul consumatore finale, il quale talvolta potrà imbattersi in costi aggiuntivi dovuti ad oneri doganali per dropshipper extra UE e/o potrà, per esempio, avere più difficoltà a contattare il fornitore, a rendere prodotti difettosi o più semplicemente a reclamare un ordine smarrito. E’ inevitabile infatti che i tempi di attesa si dilatino ed in quel caso occorrerà che il venditore si adoperi per mettere a disposizione un servizio di assistenza clienti adeguato ed efficiente.

In conclusione, se intendi realizzare una impresa di vendita di prodotti online, ma non vuoi affrontare ingenti costi, il dropshipping potrebbe essere la soluzione ideale per te.
Con un investimento iniziale relativamente esiguo potrai avviare il tuo negozio online, senza doverti preoccupare di tutto ciò che concerne la gestione di magazzino, inventario, stoccaggio, spedizione e ricezione dei prodotti, etc.
Tuttavia ricordati che tutto ruota intorno ai contratti che stipuli quindi vale la pena riporre qualche attenzione in più.
Ma non dimenticare che per una buona riuscita del tuo business dovrai focalizzarti principalmente sullo sviluppo di una efficacia strategia di marketing nonché sulla scelta di fornitori affidabili e puntuali, possibilmente optando per una categoria merceologica più di nicchia attesa la forte concorrenza che regna in questo settore.
Dovrai investire del tempo e curare la clientela, perché dedicare attenzione al cliente premierà il tuo lavoro e la sua soddisfazione sarà il tuo guadagno. In bocca al lupo!
VP