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Hashtagmycyberlaw hashtaglove hashtaggoodvibes hashtaghashtagfamosi hashtagfuoriceilsole…Tutti usano gli hashtag ma non tutti conoscono realmente la funzione che svolgono e soprattutto l’impatto che possono avere.

Si tratta infatti di uno strumento rappresentato dal simbolo del cancelletto impiegatissimo nel web e nei social network, principalmente su Instagram. Inutile dire che esistono hashtag per ogni argomento e se pubblichi una foto e non l’accompagni da un cancelletto molto probabilmente non riscuoterà molto successo.

Pensa ad una parola chiave (o ad una frase) falla precedere da un #: ecco che hai creato un hashtag!

Ma a cosa serve concretamente? Se hai pensato che serva a ricevere più like temo che tu non sia sulla buona strada. O meglio certamente raggiungerai un pubblico più vasto ed il tuo post potrà ottenere più consensi ma ti sei mai domandato che fine fa lo scatto o il contenuto che hai pubblicato?

Prima di addentrarci nel ginepraio che porta questo quesito occorre chiarire la funzione di questo utile strumento.

L’Hashtag (“Hash” – appunto cancelletto – e “tag” – etichetta -) rappresenta una etichetta virtuale che ha la funzione di aggregatore tematico: consente all’utente di individuare tutti i contenuti pubblicati da altri utenti riconducibili ad una determinata tematica.

Geniale ed intuitivo indubbiamente, ma oltre ai “mi piace” cosa c’è dietro?!

Facciamo un esempio che senz’altro potrà esserti utile: pubblichi su Instagram una foto in cui sei in costume al mare e nella didascalia (oltre alla citazione di qualche poeta/scrittore/cantante…che non può assolutamente mancare ;-)) inserisci #mare #relax #holidays #summer (hashtag volutamente banali ma con una portata enorme dal punto di vista della reperibilità). Una volta inseriti chiunque digiti uno di questi hashtag potrà avere accesso al tuo post. Avere accesso ad una semplice fotografia può avere ripercussioni non indifferenti. Si basti pensare che quella immagine potrà essere riutilizzata (in barba alle norme sul copyright), anche per scopi non del tutto leciti.

La differenza sostanziale risiede nelle impostazioni del tuo account. Dalla policy privacy di Instagram, difatti, si evince chiaramente che se il tuo profilo è privato ed aggiungi un hashtag al tuo post questo non sarà visualizzato pubblicamente sulla relativa pagina di raccolta di quell’hashtag e sarà visibile solo ai tuoi followers.

La foto che pubblichi sarà disponibile pertanto solo alla cerchia delle persone che ti seguono e conseguentemente preclusa a tutti coloro che seguono (o semplicemente cercano) quel determinato argomento (parola, frase,etc).

Ebbene, se ti sta a cuore la riservatezza dei contenuti che offri ai tuoi seguaci è opportuno che tu prenda in considerazione qualche accorgimento.

[NB Se sei una influencer (o la tua ispirazione sia diventarlo), se della tua privacy ti importa poco o di questa ne fai un business #alzolemani e ti sconsiglio di proseguire nella lettura di questo articolo poiché ti farà solo perdere tempo.]

Ecco qualche suggerimento:

  1. Opta per un profilo privato: si ribadisce che un profilo aperto (cd. pubblico) consente a chiunque (da intendersi proprio CHIUNQUE, anche malintenzionati non mossi proprio dai migliori propositi) di disporre dei contenuti che posti. Dubito che possa farti piacere rinvenire una tua foto in un sito poco raccomandabile, magari anche nel dark web.
  2. Seleziona accuratamente chi approvi come follower: nell’era in cui “se non sei  popolare non sei nessuno”, pare che l’autostima e il valore della persona siano divenuti direttamente proporzionali al numero di followers che questa possiede. Ciò detto, e prontamente glissato, hai due possibilità: a) scremare i seguaci, accettando solo quelli che rientrano nella tua sfera di amici e conoscenti; b) avere tanti followers (anche sconosciuti) ma prestare più attenzione. In questo caso leggi il punto che segue.
  3. Prima di pubblicare un contenuto, rifletti sul fatto che può essere riprodotto ed utilizzato illecitamente da terzi: la tutela della tua privacy garantita dalle informative dei social network può essere aggirata da innumerevoli escamotage, come ad esempio scaricando delle applicazioni preposte allo scopo. Off topic ma non troppo: conseguenze importanti si registrano anche sul fronte della tua reputazione attuale e futura, se vuoi approfondire leggi qui (Web Reputation e Privacy: Non fare in rete ciò che non faresti nella vita reale!)
  4. Più hashtag aggiungi più visibilità avrà il post tra chi ti segue: non c’è nulla da aggiungere a quanto già detto se non che una selezione degli hashtag (non solo nella quantità ma anche nella qualità) veicola il messaggio che vuoi trasmettere destinandolo ad una fetta di soggetti più o meno estesa. Bada bene che se hai il profilo pubblico anche chi non ti segue potrà accedere ai tuoi contenuti.
  5. Per una tutela più efficace fai attenzione anche alla geolocalizzazione: generalmente si tende a collocare in un contesto geografico un determinato scatto. Instagram infatti permette di fare le ricerche anche sulla base della località in cui vi registrate quando pubblicate uno specifico contenuto. Hashtag e geolocalizzazione restringono la ricerca e creano un binomio perfetto per eludere più agevolmente la tua privacy.

In ogni caso se hai dubbi consulta l’informativa resa dal centro assistenza di Instagram (seguendo queste voci: centro per la privacy e la sicurezza > controllo della tua visibilità > informazioni sulla privacy in Istagram > chi può vedere il mio post privato se aggiungo un hashtag?).

Per concludere si rimanda ad un documento pubblicato dal Garante della privacy nel 2014 che, sebbene antecedente al regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, risulta essere molto attuale e offre qualche spunto di riflessione sulla condotta da tenere sui social network a garanzia della propria riservatezza. Link

Dopo averti somministrato una buona dose di allarmismo, ricordati che condividere è una esperienza gratificante ma condividere tutelandosi lo è ancora di più. #grazieperlalettura

VP