Il revenge porn, e più in generale il fenomeno della pornografia non consensuale consiste nella diffusione illecita di immagini e/o di video sessualmente espliciti senza il consenso del soggetto fotografato o filmato, il più delle volte a scopo vendicativo.
E’ una pratica che comporta conseguenze devastanti in capo alle vittime sotto il profilo psicologico ma anche sociale.
Ne abbiamo parlato qui: Il nuovo reato di REVENGE PORN: come si configura e come tutelarsi
Un fenomeno drammatico che occorre conoscere per sapere come fronteggiarlo e per prevenire situazioni spiacevoli.
A tal fine ecco sette suggerimenti per difenderti, mediante una corretta protezione e gestione dei tuoi dati personali, e in particolare, delle foto e dei video che ti ritraggono.
Sommario
1. Proteggi sempre i tuoi dati
Se nella galleria dei tuoi dispositivi elettronici (smartphone, pc o tablet) vi sono delle foto e filmati che ti ritraggono senza indumenti oppure in pose o atti sessuali espliciti, adotta adeguate misure di sicurezza per impedire l’accesso a questi file a persone non autorizzate.
Scegli delle password sicure e non troppo semplici che proteggano i tuoi dispositivi e/o le cartelle in cui conservi le foto o i video personali, in alternativa opta per sistemi di crittografia per rendere illeggibili i file agli altri, o sistemi antivirus e antiintrusione per i dispositivi.
Nessuno ti impedisce di condividere del materiale a sfondo sessuale, tuttavia se decidi di diffonderlo, tramite messaggi o altri canali come i social network, devi essere pienamente consapevole del fatto che, anche se il tuo profilo è “privato” (ossia visibile ad un numero limitato di persone), i contenuti potrebbero comunque essere ulteriormente condivisi, addirittura diventare virali, e tu potresti perderne il controllo.
I rapporti umani si evolvono nel tempo e nessuno ti può garantire “fedeltà” in eterno, soprattutto quando una relazione non si conclude nella migliore delle maniere.
2. E’ un tuo diritto che i dati che ti riguardano, in mano a terzi, siano cancellati
Cambiare idea è lecito. Se hai già divulgato immagini compromettenti, oppure se sei venuto a conoscenza del fatto che qualcuno le ha prodotte a tua insaputa (ad es. durante un rapporto sessuale o comunque in momenti di intimità), puoi chiedere, in ogni momento, a chi le detiene di eliminarle definitivamente, al fine di prevenire una eventuale diffusione futura o comunque escludere qualsivoglia utilizzo improprio.
Chiedere la cancellazione di dati che ti riguardano é un diritto fondamentale garantito dalla normativa italiana ed europea in materia di protezione dei dati personali e la diffusione senza consenso di dati riferiti alle persone (come appunto le immagini) é una violazione punibile con sanzioni pecuniarie e, in alcuni casi, anche penali.
3. Fai attenzione al Deepfake
L’intelligenza artificiale può purtroppo facilitare azioni di revenge porn tramite il cosiddetto deepnude, una pericolosa variante del deepfake.
Per approfondire leggi anche: Deep fake: il Garante Privacy apre una istruttoria nei confronti di Telegram
In sostanza, si tratta di tecnologie che manipolano foto o video reali del tutto “normali” prelevati dalla rete (che riprendono ad es. il soggetto in comuni situazioni e attività di vita quotidiana) “denudando” le persone ritratte e/o rappresentandole in pose o azioni esplicitamente sessuali false ma del tutto realistiche.
E’ quindi opportuno, ove possibile, limitare la diffusione di ogni tipo di foto e immagini personali tramite messaggistica e social network.
4. Non aiutare il reveng porn
Se ricevi foto o immagini che potrebbero essere frutto di revenge porn, evita di essere complice diffondendo a tua volta il materiale compromettente.
Mettiti nei panni della vittima e pensa:
Se lo facessero a me?
Se la persona ritratta o ripresa fossi io?
Partecipare ad un fenomeno così subdolo ai danni di un’altra persona, talvolta inconsapevolmente, esposta può avere serie conseguenze anche per te. Stai contribuendo a renderlo virale e ad umiliare ulteriormente la vittima.
Pertanto non diffondere le foto ricevute, cancellale e, se lo ritieni opportuno, fai una segnalazione alla Polizia postale o al Garante per la protezione dei dati personali.
5. Proteggi anche i minori
Il web, ed i social in particolare, sono diffusissimi tra i giovani, i cd. nativi digitali, i quali rappresentano una fetta demografica spesso interessata dal fenomeno del pornovendetta.
I minori vengono spesso coinvolti non solo come vittime ma anche come destinatari dei contenuti pornografici. Un ruolo di rilievo, in queste ipotesi, lo assume il genitore.
Se sei una mamma o un papà, evita di far utilizzare dispositivi digitali ai tuoi figli piccoli se sono da soli.
Monitora il loro comportamento online spiegando con chiarezza perché é bene evitare di interagire con sconosciuti e diffondere informazioni personali, soprattutto foto e filmati, tramite messaggi e social network.
6. Reagisci e previeni
Se sei una vittima di revenge porn, chiedi aiuto.
Rivolgiti alla Polizia postale (www.commissariatodips.it/) per denunciare il reato e al titolare del trattamento o al Garante per la protezione dei dati personali (www.gpdp.it) per richiedere la cancellazione delle immagini che ti riguardano.
Inoltre, è da poco attivo il canale per le segnalazioni messo a disposizione dal Garante sul proprio sito, disponibile su www.gpdp.it/revengeporn, in collaborazione con Facebook, qualora tu abbia il fondato timore che qualcuno possa diffondere senza il tuo consenso del tuo materiale foto/video.
Leggi anche: Lotta al Revenge porn: il Garante privacy apre un canale di segnalazione in collaborazione con Facebook
7. In ogni caso sii prudente
La prima e più importante forma di difesa é comunque sempre la prudenza.
Una volta immessi in rete, i tuoi dati personali potranno facilmente sfuggire ad ogni controllo ed essere divulgati in modo tale che risulti persino impossibile, anche con l’aiuto delle autorità preposte o di sistemi tecnologici, poterli rimuovere.
VP