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L’invio di messaggi sgraditi tramite WhatsApp può configurare il reato di molestia

Anche l’invio di messaggi sgraditi tramite Whatsapp può integrare il reato di molestia ex art. 660 c.p. E’ il carattere invasivo della messaggistica telematica ad assumere rilievo e non che il ricevente, possa escludere o bloccare il contatto indesiderato. Questo è quanto statuito dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 34821/2022.

Quando é configurabile il reato di diffamazione a mezzo pec? (Cass. pen., sez. V, sent. n. 34831/2020)

La Corte di Cassazione è intervenuta con la sentenza n. 34831/2020 sul reato di diffamazione aggravata compiuta a mezzo pec, soffermandosi sulla scriminante del diritto di critica e sulla valutazione del requisito della continenza.

Anche il soggetto abilitato può rispondere del reato di accesso abusivo a sistema informatico (Cass. pen., sez. V, sent. n. 34296/2020)

Risponde del reato di accesso abusivo al sistema informatico ex art. 615-ter c.p. il socio di studio che fa il backup dei dati aziendali dal pc d’ufficio per scopi estranei a quelli per i quali la facoltà di accesso gli é stata attribuita.