Condividere sui social network contenuti di propaganda jihadista può configurare il delitto di apologia di reato ex art. 414 c.p. (Cass. Pen, Sez. I, sent. n. 11581/2021).

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Condividere sui social network contenuti di propaganda jihadista può configurare il delitto di apologia di reato ex art. 414 c.p. (Cass. Pen, Sez. I, sent. n. 11581/2021).
Con la sentenza n. 26868/2020 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna del tifoso che, su Facebook, incita alla violenza contro un calciatore accusandolo di aver venduto delle partite, per i reati di diffamazione aggravata ex art. 595 c.p. e di istigazione a delinquere ex art. 414 c.p.
Internet ci offre l’illusoria percezione dell’immunità, dell’esonero da qualsivoglia responsabilità derivante dalle azioni che intraprendiamo. Nell’ottica dell’utente queste sembrano avere un peso diverso, superficiale ed innocuo. Questa visione distorta del mondo della rete si scontra inevitabilmente con la realtà, dove a condotte antigiuridiche seguono pene anche molto severe. I social network godono di una potenza …