Risponde del reato di atti persecutori ex art. 612 bis c.p. il soggetto che tormenta di messaggi su WhatsApp il fratello della vittima.

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Risponde del reato di atti persecutori ex art. 612 bis c.p. il soggetto che tormenta di messaggi su WhatsApp il fratello della vittima.
Non risponde del reato di stalking ex art. 612 bis c.p. chi pubblica post su Facebok destinati ad un pubblico indeterminato nonostante il contenuto derisorio.
Con la sentenza n. 28571/2020 la Cassazione ha ribadito che anche la persecuzione telematica, perpetrata da un ex partner a mezzo social media configura il reato di stalking ex art. 612 bis c.p.
Il ricorso ad apparecchi di videosorveglianza finalizzato a riprendere quanto accade in spazi pubblici, luoghi aperti o esposti al pubblico è lecito e non configura il reato di cui all’art. 615bis c.p.
Sussiste la circostanza aggravante dell’uso del mezzo informatico se lo stalking avviene con Whatsapp. E’ di questo avviso la Corte di Cassazione nella sentenza n. 3989/2019. La vicenda processuale riguardava un uomo condannato alla pena di 6 mesi di reclusione per il reato di stalking di cui all’art. 612-bis c.p. . L’imputato impugnava la sentenza …
E’ lecito vendicarsi di un torto subito pubblicando i dati personali del soggetto che l’ha commesso? La giustizia “fai da te” può integrare a sua volta un reato e per tale ragione non viene tollerata dalla Corte di Cassazione che si pronuncia sulla questione con la sentenza n. 39682/2018. Il Fatto La vicenda riguardava un …